L'uomo dal pitale in testa: Mary Blindflowers
La rottura dell’ordinario assetto posizionale dell’oggetto presuppone un caos non controllabile, un elemento di contrasto con l’allineamento esterno, un insistito quanto paradossale disagio esistenziale. L’uomo dal pitale in testa che viaggia nell’Inframondo, suo malgrado, costretto da Dedalus, un’organizzazione che sembra occuparsi di spionaggio, urta contro la sensibilità comune dell’ordine, attraverso una metafora che rimanda alla conoscenza di se stessi, illusione destinata a rimanere tale nel mondo della categorie sottoposte al vaglio della ragione.
Alex Neman, il protagonista di questo romanzo breve, è uno sfaccettato simbolo della provvisorietà dell’esistenza umana, un uomo che coglie nella posizione assurda di un oggetto, forza e sicurezza contro un mondo che lo ha rapito a se stesso, forzandolo all’intrapresa di una missione impossibile, la ricerca di Dio in un universo parallelo di cui riesce a intuire parzialmente l’esistenza in uno spazio chiamato Anticamera, delirio di ogni possibilità mancata, onnisciente scusa metafisica per un mistero decisamente più umano, quello della mente.