Zetamille: Giorgio Infantino, (ill.) Mary Blindflowers
Dalla prefazione di Mary Blindflowers:
Nel mondo che il potere e la burocrazia disumana hanno creato per noi, la realtà più cruda e che si presenta davanti ai nostri occhi, giorno per giorno, diventa distopia egodistonica.
Il soggetto che vive e respira nel proprio microuniverso quotidiano, ad un certo punto si accorge, suo malgrado, che c’è più di qualcosa che non torna. Il suono della vita non è melodioso ma sgradevolmente dissonante nel guano di una società dai conflitti irrisolvibili e annonari.
Il signor X, l’uomo qualunque perso nei suoi problemi, ma ancora in grado di pensare da solo, talvolta alza la testa e vede anche ciò che lo circonda. Si rende conto che il suo destino è legato a quello di tutti, in una rete di interconnessioni e di disfunzioni partorite dall’alto e contro cui è davvero difficile combattere.
I personaggi dei racconti che seguono sembrano muoversi, come pedine, in un degradato inferno surreale, mentre invece si muovono e operano nel più reale dei mondi, purtroppo, possibili, il nostro.
La penna di Infantino svela, attraverso il dipanarsi delle vicende di questa raccolta, come siamo diventati e forse, come purtroppo, saremo, immobili come monoliti, impotenti come i santi e i demoni dentro le nicchie di una religione degradata...